Applicazioni monitorate tenendo traccia di quante volte si tocca il display del telefono, indicazione di cosa si cerca on line, quali sono i tuoi acquisti su Amazon, venti euro per tenere sotto controllo il tuo smartphone. La tua privacy a venti euro al mese.
Questa pratica è applicata da Facebook con un programma dedicato, Facebook research. L’installazione dell’applicazione consente di dirottare i dati prodotti dal proprio telefono cellulare su un server appartenente a Facebook.
La notizia è stata lanciata da Techcrunch, un blog statunitense che si occupa di informatica e tecnologia. Questa notizia ha sollevato polemiche tra due grandi aziende Facebook ed Apple. L’applicazione di Facebook research può essere installata su iPhone senza passare per l’apple store e non è in possesso di alcuna autorizzazione da parte di Apple.
I big del web investono sulla produzione di applicazioni capaci di raccogliere dati personali di soggetti che consapevolmente danno il consenso, ai fini della profilazione.
L’app Onavo ha permesso a Zuckerberg di accorgersi che i dati veicolati da WhatsApp erano tali da raddoppiare quelli di Messenger, suggerendo l’acquisto di tale piattaforma per 14 miliardi.
In queste pratiche di trasferimento dati è presente sempre il consenso da parte dell’utente.
Ciò che fa discutere è l’età media degli utenti che accettano questi trasferimenti e raccolte dati. TechCruch scrive che dal 2016 Facebook ha pagato 20 dollari ad utenti di età compresa tra i 13 ai 35 anni per avere accesso alla loro privacy.
Fonte: FEDERPRIVACY